r(E)sistere – quattordicesima puntata con Alex Maiorano
Per Il Centro mi sono trovato a raccontare la storia di uno stramo concerto dal balcone: due chitarre dietro a una transenna coperta da un nastro bianco e rosso.
La schiena di Alex Maiorano appoggiata al muro mentre intona la sua Pearly white teeth, una delle 4 canzoni proposte nel mini-set acustico improvvisato sul balcone.
Pochi accordi ben calibrati e un testo dalle suggestioni romantiche.
La vita che scorre sulle strade di una Berlino in semi-quarantena.
Le strade semivuote e la gente affacciata alle finestre, tanto che a fine canzone nasce spontaneo un applauso.
Un breve video che, attraverso l’etere, rimbalza fino in Abruzzo, compiendo a ritroso un viaggio che circa 10 anni fa si trovò a fare il musicista: da Sulmona alla capitale tedesca.
«Siamo partiti in due», racconta.
«Con me c’era, e c’è ancora, Alessio d’Alessandro, il nostro batterista. Suoniamo insieme da quando siamo ragazzini. All’inizio provavamo nel garage di casa a Sulmona».
La prima esperienza semi-professionale è arrivata con un gruppo punk che ha iniziato a muovere i primi passi più o meno bene con qualche data nella Penisola.
«Tuttavia», riprende Maiorano, «non ci volle molto per renderci conto che vivevamo in una realtà troppo piccola. Decidemmo così di trasferirci a Berlino».
Qui sono arrivate le prime esperienze live e le prime sperimentazioni.
Un sound che via via si è delineato in un percorso tra folk e blues basico, con il morso di una rock and roll orchestra avvelenata dal primo rhythm and blues, dirty soul, sprazzi di calypso e sonorità black.
Un percorso sfociato nella formazione attuale, il cui sound è il frutto è delle esperienze e dei gusti di otto persone diverse, unite dall’amore della musica.
Del resto, Berlino è una città piena di musica, di ogni genere, da ogni parte del mondo.
Le diversissime contaminazioni, influenze e sfumature riflettono l’anima libera e internazionale della città.
«Per questo», si sono trovati a spiegare i musicisti della band, «il nostro genere è difficilmente identificabile. Siamo troppo “puliti” per la scena garage punk e troppo “sporchi” per quella soul-funky».
Maiorano è diventato il nome del gruppo: simpatico il tutorial della pagina ufficale www.maiorano.band che dà indicazioni sulla giusta pronuncia (“My-Oh-Ra-No”) a uso da chi proviene da un sistema fonetico anglosassone.
Qualche anno fa, Alex & co. si facevano chiamare The Black Tales.
Nel 2018, la formazione è stata in tour in Italia, Spagna, Francia, oltre che in Germania, per promuovere l’album Glorious Days (registrato a Roma).
Tra i palchi, anche quello dell’Irish Cafè dell’Aquila, in un appuntamento targato Novenove City Rockers che ogni anno fa transitare nel capoluogo abruzzese decine di band e artisti internazionali.
Lo scorso anno, è stata la volta di vari festival in Europa e Australia che hanno visto la band suonare canzoni del prossimo album, la cui uscita è attesa nell’arco di quest’anno.
Il tour in terra australiana è terminato solo poche settimane fa.
«Siamo tornati a Berlino», aggiunge il frontman, «e abbiamo visto tutte queste difficoltà legate alla pandemia».
Della formazione attuale fanno parte due ragazzi di Chieti, Mick Del Grosso e Simone Grifo, oltre a Nicola Battistelli, altro protagonista del concerto sul balcone di cui si parlava all’inizio.
L’ultimo singolo si chiama City of Love.
«Stiamo registrando demo per il nuovo album che registreremo a Berlino appena tutto questo sarà finito», spiega Maiorano, «ora restiamo a casa e guardiamo a questa situazione con un po’ di apprensione».