Things could change
Radio MusicAq presenta: Gianfranco Continenza.
Things could change (Gianfranco Continenza)
Album: Dusting the time
Album credits
- Bass: Dino D’Autorio, Lorenzo Feliciati
- Bass, Guest [Special]: Mark Egan, Michael Manring, Tetsuo Sakurai
- Cello: Enrico Corli
- Double Bass: Adriano Brunelli
- Drums: Federico Righi
- Drums, Percussion, Recorded By, Mixed By, Mastered By: Walter Martino
- Executive-Producer: Beppe Aleo
- Guitar [Nylon String], Guest [Special]: Don Mock
- Guitar, Producer, Written-By: Gianfranco Continenza
- Keyboards: Sergey Boykov
- Mixed By, Mastered By: Wolfgang Gottlieb
- Organ, Electric Piano, Piano: Alessandro Centofanti
- Percussion, Voice: Ernesttico
- Piano, Guest [Special]: John Beasley
- Tenor Saxophone, Soprano Saxophone, Guest [Special]: Bob Mintzer
- Viola: Nicolo Pasello
- Violin: Emanuele Marchi, Paolo Marchi
Proponiamo un altro pezzo memorabile tratto dal secondo album solsta di Gianfanco Continenza, Dusting the time.
Dusting the time è stata una notevole evoluzione, a livello compositivo ed esecutivo, rispetto al precedente, The past inside the present.
The past inside the present è stato pubblicato con un’altra prestigiosa etichetta, la Esc Records.
È stato un album di esordio con due ospiti eccezionali: Bill Evans e Scott Kinsey, ed è stato primo in classifica come miglior album di chitarristi jazz/fusion nella Tower Records americana.
Gianfranco Continenza è considerato uno dei migliori chitarristi fusion a livello mondiale e questo lo gratifica per tutti i sacrifici fatti per la musica, pur restando con i piedi per terra.
Per Continenza La musica è una continua evoluzione e c’è sempre da imparare e migliorare.
Ha iniziato prestissimo con la chitarra grazie a mio padre Nino, che è stato un bravo chitarrista jazz e gli ha trasmesso la passione.
Sin da piccolo ascoltava jazz grazie a lui.
Ha studiato chitarra classica per 5 anni, poi si è dedicato alla musica moderna, principalmente rock e jazz, militando in diverse band.
Il fatto di aver esplorato tante realtà musicali lo ha formato nel suo genere attuale, la fusion.
La passione è andata sempre più aumentando.
Quando si iscrisse alla facoltà di Economia e Commercio, dopo un paio di anni capì che non era la mia strada e si dedicò anima e corpo alla chitarra.
Nel 1991 fece il test di ingresso al Musicians Institute (M.I.T.) e si trasferì in California.
Così realizzò il suo sogno di studiare lì, con i suoi idoli come insegnanti.
In questa Things could change, Gianfranco Continenza suona con un ospite davvero eccezionale: il pianista John Beasley.
Beasley è nato a Shreveport, in Louisiana, ed è cresciuto in Texas.
I suoi genitori e suo nonno insegnavano musica.
Nella sua adolescenza ha suonato chitarra, sassofono, batteria, oboe e pianoforte.
Durante gli anni ’70, ha suonato jazz e R&B a Los Angeles.
Ha fatto un tour con Sergio Mendes, quindi ha lavorato come musicista in studio.
Per diversi anni è stato membro della band guidata da Freddie Hubbard.
Nel 1992 il suo album Cauldron fu pubblicato da Windham Hill.