Il volo del calabrone
Ecco a voi Il volo del calabrone, eseguito da Giuliano De Angelis, violoncello, e Alessandro Di Gregorio, chitarra.
Il volo del calabrone è il terzo episodio dell’opera La favola dello zar Saltan (composta fra il 1899 ed il 1900) di Nikolaj Andreevič Rimskij-Korsakov, quando il protagonista viene trasformato in un insetto.
La composizione è accompagnata da un testo, che però viene spesso omesso, rendendolo un brano facilmente estraibile dal contesto dell’opera per un’esecuzione orchestrale o di altro tipo.
Il brano, nella partitura dell’opera, non possiede un titolo, in quanto non si tratta di una vera e propria scena, ma di un interludio; tuttavia viene comunemente identificato come Il volo del calabrone proprio in riferimento all’argomento del testo.
Il brano è caratterizzato da una veloce e continua serie di note cromatiche, eseguite in sedicesimi.
L’andamento del brano, per onomatopea, tenta di ricostruire in chiave musicale il ronzio di un insetto.
Inoltre, le note che compongono le singole sezioni della composizione, oscillano velocemente in una gamma di altezze, riproducendo il movimento fluttuante, ma regolare, di un grosso insetto.
Nella versione originale l’insetto a cui si fa riferimento è un bombo; in italiano si è sempre tradotto con calabrone, mantenendo comunque il valore onomatopeico del brano.
Essendo strutturato su comuni scale cromatiche, Il volo del calabrone è un brano abbastanza elementare nella sua costruzione compositiva, rispetto alla normalità dei brani di musica classica, ma la sua esecuzione richiede estrema velocità e precisione, ed è infatti utilizzato da molti musicisti, specialmente nel rock, come una dimostrazione di virtuosismo.