Asilo Republik
Gli Asilo Republik sono stati un complesso musicale italiano, fondato a L’Aquila tra il 1993 e il 1994 e attivo fino al 1995.
Nati da una costola dei Claymore, quando Enzo Manieri (pianoforte e tastiere) e Denni Zuccon (chitarre) decisero di formare una cover band ispirata principalmente a Vasco Rossi, Enrico Ruggeri, Luigi Schiavone e ai Litfiba, reclutando, fra gli altri, Roberto Passacantando (voce) e Ido Cianca (chitarra).
Ingaggiati per esibirsi sul prestigioso palco di Piazza San Biagio durante la Perdonanza Celestiniana che si sarebbe celebrata nell’agosto 1994, gli Asilo Republik si erano ritrovati improvvisamente sguarniti di elementi a causa di una insanabile divergenza di vedute, e rischiavano di non potersi esibire.
Fu così che Massimo Duronio (chitarra), Gianluca Parisse (batteria) e Andrea Fonzi (voce) entrarono a far parte degli Asilo Republik.
Allestita in tempi record una sala prove nei locali della Schola Cantorum San Sisto (che assai poco di buon grado dimostrò di tollerare l’intrusione in quegli ambienti “sacri” di musicisti dall’aspetto così tanto “profano”), nel giro di un paio di settimane il quintetto mise a punto tutti i brani del programma che era stato depositato in SIAE (con l’unica eccezione di Portatemi Dio di Vasco Rossi, perché era stata bandita da Padre Candido, parroco della chiesa di San Sisto, con la minaccia di revocare l’autorizzazione all’uso della sala prove).
A dispetto di quanto ci si sarebbe potuto aspettare da una genesi così tanto rocambolesca, gli Asilo Republik (Enzo Manieri, Denni Zuccon, Gianluca Parisse, Andrea Fonzi e Massimo Duronio) si esibirono su quel palco, in quella piazza gremita, offrendo al pubblico ammirato uno spettacolo strepitoso.
Lo spettacolo degli Asilo Republik era stato indimenticabile, ma era anche destinato a restare unico e irripetibile.
Il loro show, così come era strutturato, non poteva che essere replicato su un palcoscenico attrezzato in maniera congeniale, ma ciò imponeva costi che in futuro nessuno avrebbe più voluto sostenere.
Nei secondi anni ’90, infatti, le amministrazioni locali iniziarono a ridurre drasticamente le risorse destinate alla cultura, incluse le attività di intrattenimento musicale.
Per le pro-loco, le associazioni territoriali e persino quelle patronali divenne molto più conveniente rivolgersi ad artisti già affermati, che avevano abbondantemente ridimensionato i cachet, piuttosto che rischiare il buon esito della festa arrischiandosi nell’incerto terreno degli artisti emergenti.
Assai poco inclini a proseguire la loro attività musicale all’interno delle birrerie e dei locali notturni, unici “spazi” musicali ancora accessibili, gli Asilo Republik lasciarono calare il sipario.
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