Discografia

Massimo Duronio: la mia versione di “Dusting The Time”

Il 21 ottobre 2022 sarà disponibile su tutti i migliori store digitali “Dusting The Time”, il nuovo singolo di Massimo Duronio.

Il brano è una rivisitazione della celebre title track dell’album eponimo, capolavoro assoluto di quel mago della chitarra jazz fusion che risponde al nome di Gianfranco Continenza.

Fondatore di quel piccolo network che racchiude Worldwide Open Music, MusicAq Magazine e Radio MusicAq, Massimo Duronio è abbastanza restio a frequentare in prima persona le nostre pagine per lasciare spazio e tempo ai tanti artisti e progetti dei quali ci occupiamo sin dal 2018.

Nonostante abbia pubblicato ben tre album ufficiali, My Friend And IBeast Of 49 e Prendetelo Vivo, preceduti da un demo (Iron Power) e un bootleg (Cosmopolitana), di lui e dei suoi lavori musicali abbiamo in effetti scritto ben poco.

Lo abbiamo intercettato in un raro momento di relax, nel giorno del suo compleanno, e abbiamo colto l’occasione per rivolgergli qualche domanda.

MAq – Questa volta un singolo, una cover della celebre “Dusting The Time” di Gianfranco Continenza. Come mai questa scelta?

MD – Chi mi conosce sa che sono un fan di Gianfranco, ammirazione che risale ai tempi in cui mi nutrivo di Chitarre e Guitar Club, riviste che oggi purtroppo non si trovano più in edicola, nelle quali seguivo le sue rubriche e lezioni. Grazie a WOM e MusicAq Magazine ho avuto la fortuna di conoscerlo, oltre che come artista fenomenale noto e apprezzato in tutto il mondo, anche e soprattutto come persona meravigliosa, estremamente sensibile e gentile. Tra i suoi album solista, The Past Inside The PresentFace The TruthDusting The Time e Vertical Horizons, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ho deciso di cimentarmi in una rivisitazione di “Dusting The Time” perché è un brano straordinario, molto difficile da suonare ma al contempo bello e facile da ascoltare. Trovo estremamente stimolante confrontarmi con lo stile e la tecnica di Gianfranco perché in ogni suo brano c’è del genio dal quale si può solo imparare. L’album Dusting The Time, in particolare, è un’opera titanica, nella quale hanno suonato artisti davvero incredibili. Troppo intrigante per non provarci.

MAq – Per essere uno che non ama fare cover, avere suonato ben tre brani di Gianfranco Continenza è un record, non ti pare?

DM – È vero, non ho mai tanto amato fare cover. Sono dell’opinione che l’originale sia sempre migliore di qualsiasi copia io possa ricavarne. Trovo molto più utile per me provare a proporre la mia musica. Questo non vuol dire che non nutro interesse per la grande musica che c’è già in giro, al contrario, a volte capita che me ne innamoro così tanto da considerarla parte integrante del mio vissuto. È il caso di Johann Sebastian Bach dalle cui musette ho tratto le mie “BaRock” e “Almost Unplugged”, di Christian Petzold da un cui minuetto ho tratto la musica di “Vita”, di Robert Schumann da un cui lieder ho tratto la mia “Einer Der Beiden Grenadiere”. Come si vede, da tutti questi artisti straordinari ho tratto lo spunto per comporre alcuni dei miei brani. In questi casi, giuridicamente parlando, si tratta di opere derivate, che sono poi il nucleo del ragionamento che mi ha condotto a Worldwide Open Music. Allo stesso modo, con “Bach To Beck” ho approfittato della base di “Back To Beck”, che è gratuitamente a disposizione di tutti sul sito della Markbass, per sovraincidervi una mia composizione di tre chitarre. Con “More Shadows Than Lights”, al contrario, ho inglobato il tema di “Shadows And Lights” in una mia composizione. “Dusting The Time”, invece, è giuridicamente una cover, dato che non ho aggiunto o sottratto nulla allo spartito originale, anche se non ho resistito al desiderio di raccontarla alla mia maniera, ben consapevole che la versione originale è insuperabile.

MAq – Quindi non sarà un clone dell’originale. Cosa dobbiamo aspettarci dalla tua versione?

DM – È un brano molto tecnico, la chart circola su Facebook, ma basta anche googlare per ottenerla facilmente. Gianfranco lo ha composto e lo esegue con estrema naturalezza. La sua è una scrittura che nasce di getto, senza contorsioni mentali, quasi un’improvvisazione. Ovviamente, questa agilità creativa è il risultato di una profonda conoscenza della teoria musicale e di eccellenti doti dello strumento. Come accade nella musica di Johann Sebastian Bach, che è il capostipite di tutta la musica moderna, anche in quella di Gianfranco Continenza c’è un filo logico che la rende sempre intelligibile, ecco perché risulta agevolissima all’ascolto. Tra l’altro, sotto questo aspetto la trovo una musica piuttosto diversa dal jazz, direi più affine all’opera classica oppure al rock. Col jazz però condivide caratteristiche come la libertà, il ritmo, le armonie. La prima difficoltà che un chitarrista incontra nell’approcciare a “Dusting The Time” è lo swing, che nello specifico è determinato non tanto dalla durata delle singole note, bensì dagli accenti. Per vincere la naturale tentazione di porre l’accento sulle note più acute anziché sulla prima di ogni quartina, soprattutto nel primo (e terzo) ending, è necessario immergersi nel mood del brano, che nel riff ha una chiara connotazione funk. In questo modo si riesce a ottenere una pennata alternata fluida e scorrevole. Altra intrigante difficoltà è data dall’ampiezza degli intervalli, soprattutto nel quarto ending, prima della parte lenta, dove c’è un salto dal Sib della sesta corda al Mi della seconda corda che è davvero proibitivo. Il tutto è reso ancora più complicato dalla velocità del metronomo, che si aggira intorno ai 120 bpm, oltre che dall’abbondanza di cromatismi che spezzano ogni geometria. La parte lenta, poi, è quasi tutta in controtempo. Insomma, stiamo parlando di un pezzo incredibile, una vera e propria palestra dell’ardimento che all’ascolto risulta sorprendentemente semplice. Nella mia versione, come ho detto, non ho cambiato neppure una nota, ma ho giocato sulle suggestioni, sui suoni, sulle emozioni. In una parte l’ho immaginata eseguita da Gianfranco in duo con Richard Galliano, duo che peraltro troverei azzeccatissimo anche in altri brani del repertorio di Gianfranco.

MAq – Nella “Dusting The Time” di Gianfranco Continenza suonano artisti del calibro di Bob Mintzer e Alessandro Centofanti. Tu quale strumentazione hai utilizzato per la tua versione?

MD – Pensare di ottenere le sonorità e raggiungere le vette del brano originale sarebbe stato un atto di presunzione imperdonabile. L’unica via possibile per me era non imitare, ma proporre la mia chiave di lettura, cioè interpretare e, in qualche modo, creare. Ho registrato con Logic Pro X due tracce di chitarra per ogni parte, una di basso e una di batteria elettronica. Per collegarmi al Macbook Pro ho usato una scheda Focusrite Scarlett Solo, preceduta da una DI-box della Behringer. Le chitarre sono una Kramer Aerostar ZX20 MD Custom e una Arrow MD Custom. Il basso è un Arrow, e la batteria elettronica è una mia personalizzazione di alcune pattern native di Logic. Anche gli amplificatori e gli effetti sono quelli nativi di Logic. Sono molto soddisfatto del risultato.

MAq – Hai mai pensato a una reunion dei tuoi Claymore?

MD – Sarei un bugiardo se dicessi che suono per puro e semplice divertimento. Vivo di ben altro lavoro, che amo profondamente, ma mi dedico allo studio della musica con la serietà, l’impegno e la professionalità che le ho sempre riservato da quando avevo sette anni. Però l’idea di tornare in una sala prove non mi entusiasma un granché. C’è un tempo per tutto, e credo che non sia più tempo di Claymore.

MAq – Cosa consiglieresti a un giovane che oggi volesse affacciarsi al mondo della musica?

MD – Ho ancora troppo bisogno di ricevere consigli, perciò sento di non poterne dare. Però un suggerimento l’avrei: «Segui Worldwide Open Music e MusicAq Magazine, potresti trovarci la musica della tua vita».

Mentre attendiamo l’uscita della “Dusting The Time” rivisitata da Massimo Duronio, che è programmata al 21 ottobre 2022, vi ringraziamo per averci letto fin qui e vi lasciamo alla superba “Dusting The Time” di Gianfranco Continenza.

Buona musica a tutti!